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domenica 1 maggio 2022

Season 6 | Turno 2 - Per un pugno di... fulmini!

 




Situazione alla fine del Turno 2, battaglia nella terra dei sassi.


PROLOGO

Il Borgo di Unghionia, conosciuto in passato per il continuo via vai di mercanti che ogni giorno attraversavano le sue piccole ma colorate vie, da molti anni a questa parte non è altro che il fantasma di quel che era. 

Quella dannata pozza di acqua fetida, sgorgata al centro della piazza principale nella domenica di festa dedicata al Patrono del paesello adesso stava lì immobile, in attesa. Quella maledetta pozza senza vita era stata l’inizio della fine di ogni momento felice per gli abitanti, costretti ad andarsene a cercare fortuna in altri lidi visto che qui la buona sorte li aveva abbandonati. Quella pozza malsana non attendeva altro che questo momento, in cui bande di folli si avvicinavano bramosi per ciò che con il suo fluire aveva portato in superficie.

L’INIZIO

Dalle zone più periferiche del borgo, una banda di Ossiarchi si avvicina lentamente ma inesorabilmente alla pozza putrescente. Il potente Vampiro che guida la missione sa bene che non è il solo a esser diretto lì; dovrà fare i conti con due vecchie conoscenze che già in passato si sono messi in mezzo al suo cammino. Poco lontano da lui, con un’aura terrificante dal sapore di morte, diversi fantasmi procedono attraverso le rovine, condotti dal Capitano Fantasma che tempo prima era stato in grado di superare le bande nemiche e gli orrori del Caos. Addentrandosi con passo rapido e sicuro, un piccolo manipolo di Elfi Oscuri ha gli occhi puntati sulla Piazza in cui gli incubi del paese sono nati. Usciti sconfitti e malandati dall’ultimo scontro, solo un pensiero pulsa nelle loro menti: la vendetta. 

Finalmente la Piazza, ma cosa nascondono quelle maleodoranti acque stagne? Naturalmente l’empia pietra che da anni è divenuta il nuovo oro per le bande di folli decisi a rischiare qualsiasi cosa per un po’ di ricchezza e prestigio. Così, sotto la luce della luna, bramose mani fredde come la morte iniziano a tastare il fondale sabbioso. Poco lontano dall’ossiarca, un elfo oscuro fa lo stesso, facendo attenzione a non alzare la sabbia in modo da non perdere quel poco di visibilità concessa dalla luce lunare. I due si guardano, silenziosi, ma non accade nulla, in un tacito accordo per cui “io cerco la mia fortuna, tu la tua”.

LA PIAZZA DI SANGUE

Ma se intorno alla pozza chi sta cercando la pietra è in una trance per cui la ricerca è tutto, questo principio non vale per gli altri componenti delle tre bande, per cui la piazza sta diventando troppo affollata.

Rapidamente gli elfi tiratori si allargano sul loro fianco, arrampicandosi sugli edifici diroccati per avere una visibilità migliore. I primi quadrelli iniziano a fischiare nell’aria, qualche ossiarca colpito cade, per poi rialzarsi lentamente. Cautamente, anche i primi fantasmi giungono sulle rive della pozza, mentre dalle retrovie i loro compagni caricano i non morti nemici. Quel che ne scaturisce è uno scontro totalmente innaturale per occhi mortali. Lame fantasma che vorticano, rimbalzando o frantumando le dure ossa nemiche, immondi non morti che a mani nude smembrano corpi immateriali come se non lo fossero. Al rumore della mischia si unisce anche il canto maledetto proveniente dalle fauci di una dei fantasmi, che insinuandosi nella mente del Vampiro ossiarca lo priva delle forze, mandandolo pesantemente a terra, nel bel mezzo della battaglia.

A pochi passi dalla mischia, fulmini neri scaturiscono dalle affusolate dita della Strega Elfica, diramandosi e propagandosi come mai era accaduto. La brama di vendetta funge da carburante per i suoi poteri oscuri, e non morti di qualsivoglia natura cadono, storditi o peggio come fossero mosche. 

Mentre un quadrello elfico si conficca nell’orbita oculare della Necromante ossiarca, il Vampiro ragiona rapidamente sul da farsi, mentre sopra di lui la mischia imperversa. Le perdite iniziano ad essere numerose, qualche pezzo di pietra può ormai non esser sufficiente per colmare eventuali perdite. Fermamente, schivando i colpi sulla sua testa, il Capo degli Ossiarchi si alza, emanando l’urlo che nella lingua non morta indica la rotta. Rapidamente la banda si ritira e il silenzio ripiomba sulla piazza.

L’elfo oscuro nella pozza si alza. Ormai la pietra rinvenuta è abbastanza e dalla sua ultima missione in cui perse un occhio ha imparato che non serve mai rischiare oltre una certa soglia, soprattutto con dei fantasmi armati a pochi metri. E così gli elfi si allontanano rapidamente dalle acque nella piazza, mentre i pirati fantasma si allargano, cambiando obiettivo dai non morti dati alla fuga ai mortali elfi. Colpi esplosi da pistole fantasma rompono il silenzio, la battaglia è ricominciata. Le frecce elfiche fischiano nell’aria, accompagnate da un fragore spaventoso di fulmini magici. 

EPILOGO

I pirati fantasmi inseguono gli elfi, che ben più veloci si allontanano da un’eventuale mischia forzando lo scontro sulla distanza. Le bande sembrano non volersi dare per vinte, basta poco per rompere quell’equilibrio raggiunto. E quell’equilibrio è frantumato di nuovo dalla magia che dalle mani elfiche riesce a cogliere un’altra vittima per Khaine. 

Non ha più senso rimanere in quel borgo insanguinato. I pirati fantasmi svaniscono, lasciando gli elfi nel silenzio irreale di quella piazza maledetta, bagnata dalle acque di quella dannata pozza d’acqua. 



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